O accettiamo l'era dell'interpretazione o ci perdiamo per la strada dell'unico. Sembra ovvio oggi che esistano molte interpretazioni legittime e prospettive accreditate nella ricezione della Bibbia.
Il cristiano conosce tuttavia e apprezza particolarmente due stati: la vita matrimoniale e familiare, e la vita consacrata a Dio e al prossimo nel celibato.
Parlare di "popolo di Dio" non è più di moda. Finita l’era del dopo Concilio con le battaglie tra teologi progressisti e tradizionalisti, forse è il caso di tornare a rileggere il testo della Lumen gentium. Per non rischiare di parlare un giorno di un sogno mai diventato realtà.
Rivendicando il diritto e il dovere di seguire la propria coscienza, il seguace di Cristo rispetta le convinzioni e la condotta degli altri, anche se differiscono dalle sue, e lascia a Dio il giudizio.
Confrontando i dati dell'ultimo decennio, si registra una notevole evoluzione della mentalità e della prassi di cooperazione pastorale in favore della sinodalità.
Nonostante sia stato messo esplicitamente a tema nel concilio vaticano II, la sua elaborazione risulta ancora non del tutto risolta.
Questo teologo domenicano invita i cristiani a rileggere la Bibbia con uno sguardo rivolto continuamente verso l'attualità. Incoraggiando il pluralismo religioso, desidera favorire « la comunione » e lavorare così a una pace mondiale.
In questo tempo caratterizzato da un mutamento di scenario culturale e religioso rapido e repentino, quale immagine di Dio la chiesa intende trasmettere all'uomo d'oggi?
Intendo limitare la mia indagine alla sfera delle religioni pagane, e per 'religioni pagane' intendo quelle che sono al di fuori del contesto della rivelazione storica.
Credere in Dio vuoi dire accettare la sua parola e la sua volontà in qualunque modo si manifesti. Questa sottomissione a Dio, analoga a quella perfetta di Cristo, viene chiamata, nel linguaggio cristiano, «fede», e implica un’obbedienza risoluta alla parola di Dio.