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La Costituzione liturgica del Concilio Vaticano II, dopo aver presentato la liturgia come "ultimo momento" della storia della salvezza, o l’attuazione nell’oggi di questa storia salvifica, conclude dando una definizione-descrizione di ciò che è la liturgia cristiana:
Se la storia della Rivelazione pubblica cristiana si è chiusa con l’Apocalisse, ultimo libro della Bibbia, non si chiude però la storia della Salvezza, perché - dicevamo – è necessario che tutti gli uomini siano salvati.
Dopo un prologo che introduce non solo la costituzione liturgica, ma tutta l’opera del Concilio, il suo primo documento, che inizia appunto con le parole Sacrosanctum Concilium, negli articoli 5-6, presenta la liturgia come "momento" nella storia della salvezza.
Il 4 dicembre 1563 si chiudeva il Concilio di Trento, e i Padri affidavano alla Santa Sede il compito di curare la riforma della Liturgia del loro tempo, perché il Concilio, dopo diciotto anni di lavori, non aveva il tempo di operare tale riforma nei particolari.
Con Gesù Cristo, Dio è realmente presente tra gli uomini, non in un luogo, ma in una persona. Ma quando Cristo è "salito al cielo", Dio è ancora presente?
Dicevamo che Gesù "compie" il culto ebraico. Lo abbiamo visto rispetto alla Pasqua, la festa principale degli Ebrei, che - con altro significato - diventa il centro della storia e il centro della liturgia cristiana.
Come gli Ebrei chiamano "pasqua" sia l'evento storico del loro esodo sia la memoria rituale che ne fanno ogni anno nella cena pasquale, così i cristiani chiamano "pasqua" la morte e la risurrezione di Cristo, e dovrebbero chiamare così anche il rito che la perpetua nel tempo.
Nel precedente numero abbiamo detto che "Pasqua" è un termine con quattro significati; abbiamo visto i primi due (P. storica e P. rituale, ebraiche) e stavamo vedendo il terzo: la P. storica di Cristo.
Il termine "pasqua" ci fa pensare istintivamente alla festa di Pasqua, giorno nel quale la cultura cristiana celebra la "risurrezione" di Gesù, avvenuta la domenica successiva al venerdì santo. Non è questo però l'unico significato della "Pasqua".
Supponiamo di poter parlare con un bambino ancora nel grembo della madre. noi fuori e lui dentro. Noi gli diciamo: vuoi uscire da là? Secondo voi che risponderebbe?
Leggendo i vangeli, sembra che Gesù sia stato contrario al culto ebraico, nelle sue varie forme: non rispetta il sabato, non lo vediamo partecipare ai sacrifici,
Venerdì, 24 Febbraio 2012 11:57

1. Cosa è la liturgia (Ildebrando Scicolone)

La parola greca “liturgia” è, oggi per la maggior parte della gente, sinonimo di rito o cerimonia. Eppure, nel greco classico, il termine designava non qualcosa di rituale, ma un’opera, un’impresa che interessava il popolo: opera pubblica.

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